Traffic Fraud: il Digital Enemy n. 1?

Il traffic fraud è una delle principali sfide con cui gli operatori del settore digital devono fare i conti tutti i giorni. Nonostante sia un fenomeno in forte crescita, il traffic fraud per molti anni è stato ignorato ed ancora oggi  resta sottovalutato da molti addetti ai lavori.

Che cos’è il traffic fraud?

Il traffic fraud è il traffico sui siti web generato non da persone reali, ma da elementi non umani. Ad esempio, avviene quando il computer di un utente ignaro viene infettato con malware e trasformato da cybercriminali in un “bot” che possono controllare. I bot sono software in grado di eseguire una serie di compiti su internet e, quindi, non sarebbero a priori predisposti a compiere attività malevoli. Nel caso del fraud traffic però i bot vengono utilizzati con scopi fraudolenti. I cybercriminali creano reti di computer infetti (botnet) principalmente con l’obiettivo di generare traffico non umano sui siti ed ottenere ricavi dalla vendita della pubblicità.

Gli effetti del traffic fraud

In questo quadro appare abbastanza chiaro come il traffico web fraudolento stia creando principalmente due problemi:

  1. gli advertiser pagano per click e impression di attori non umani che chiaramente non porteranno nessun vantaggio (lead, vendite o awareness) ai Brand;
  2. le statistiche dei siti sono falsate dal traffico non umano: i dati su engagement e conversioni vengono inquinati dalle attività dei bot

Nel medio-lungo periodo questo fenomeno potrebbe mettere a rischio l’integrità dell’intero sistema digital e in particolare potrebbe provocare:

  • una perdita di fiducia dei brand sull’efficacia della pubblicità online, provocato da un ritorno sulla spesa pubblicitaria (ROAS) al di sotto delle aspettative a causa dei costi del traffico umano.
  • un abbassamento del valore delle inventory.

Il traffic fraud è il digital enemy n. 1?

Il traffico generato da attori non umani ha raggiunto percentuali preoccupanti. In alcuni paesi asiatici la soglia di traffico fraudolento raggiunge il 30%. Ma se pensate che le vostre attività digitali in Europa o in America siano al sicuro e che sia un “fenomeno orientale”, vi state sbagliando. Secondo White Ops, una company americana specializzata nel rilevamento di botnet e nella prevenzione delle frodi digitali, ci sono siti americani dove la percentuale di ads e click fraudolenti si aggira tra il 20 e il 90%. Il traffic fraud colpisce tutti ed anche i migliori siti si trovano a dover fare i conti con 1-2% di traffico non umano.

Il traffic fraud rappresenta un danno enorme per il settore del digital advertising. Secondo le previsioni  dell’ANA, l’associazione Nazionale Advertiser americana, per il 2015 le società spenderanno oltre 6 mld di dollari per il traffico non umano a livello globale, poco meno di 1/6 dell’intera spesa prevista per la pubblicità su Display, 40 mld.

Perché il traffic fraud continua a crescere?

“I know it’s wrong but it gives me a lot of money”. Se il traffic fraud danneggia gli advertiser e i publisher seri, ha fatto e sta facendo invece guadagnare molti soldi a hacker, intermediari e publisher meno seri.
I cybercriminali, come abbiamo accennato, creano o copiano siti di contenuti e, generando traffico non umano con i botnet, guadagnano sulla vendita della pubblicità. In alcuni forum privati, soprattutto russi, poi può anche capitare di imbattersi in offerte di vendita traffico, del genere 1000 visitatori a 1$, da parte di cybercriminali.
Ci sono gli intermediari, ad network e ad exchange, cioè coloro che aggregano e rivendono spazi pubblicitari, che guadagnano una parte della commissione delle spese pubblicitarie, e che quindi hanno scarso interesse a colpire il traffico non umano, visto che significherebbe rinunciare a delle entrate.
Poi ci sono i publisher che vendono spazi pubblicitari ancora sulla base delle visite sul sito e a cui una crescita del traffico, umano o non umano, non dispiace affatto.

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